2.9.09

la poesia



... in quelle condizioni era naturale essere depresso, come è naturale che lo sia per chiunque abbia ancora un' idea di quel che la vita potrebbe essere e non è. La depressione diventa un diritto, quando uno si guarda attorno e non vede niente o nessuno che lo ispiri, quando il mondo sembra scivolare via in una gora di ottusità e di grettezza materialista. Non ci sono più ideali, non ci sono più fedi, non ci sono più sogni. Non c'è più niente di grande in cui credere; non un maestro cui rifarsi. Raramente l'umanità è stata, come in questi tempi, priva di figure importanti, di personaggi luce. Dov'è un grande filosofo, un grande pittore, un grande scrittore, un grande scultore? I pochi che vengono in mente sono soprattutto fenomeni di pubblicità e di marketing. La politica, più di ogni altro settore della società, specie quella occidentale, è in mano ai mediocri, grazie proprio alla democrazia, diventata ormai un'aberrazione dell'idea originaria quando si trattava di votare se andare o no in guerra contro Sparta e poi.. di andarci davvero, andarci di persona, magari a morire. Oggi, per i più, democrazia vuol dire andare ogni quattro o cinque anni a mettere una croce su un pezzo di carta ed eleggere qualcuno che, proprio perchè deve piacere a tanti, ha necessariamente da essere medio, mediocre e banale come sono sempre tutte le maggioranze. Se mai ci fosse una persona eccezionale, qualcuno con le idee fuori dal comune, con un qualche progetto che non fosse quello di imbonire tutti promettendo felicità, quel qualcuno non verrebbe mai eletto. Il voto dei più non lo avrebbe mai. E l'arte, quella scorciatoia alla percezione di grandezza? Anche lei non aiuta più la gente a capire l'essenza delle cose. La musica sembra ormai fatta per arrivare alle orecchie, non all'anima; la pittura è spesso un' offesa agli occhi, la letteratura, anche lei, è sempre più dominata dalle leggi del mercato.
E chi legge più di poesia? Il suo valore esaltante è stato dimenticato!
Eppure una poesia può accendere nel petto un calore, forte come quello dell'amore.
Una poesia meglio di tutti i whiskies, meglio del Valium e del Prozac, potrebbe "tirare su", sollevare l'animo, perchè alza il punto di vista da cui guardare al mondo. Quando ci si sente soli ci sarebbe da trovare più compagnia nel leggere dei bei versi che nell'accendere la televisione! Angela dice che, se dovesse eliminare una delle invenzioni di questo secolo, ancor prima della bomba atomica, eliminerebbe la televisione. Non ha tutti i torti. La televisione riduce la nostra capacità di concentrazione, ottunde le nostre passioni, ci impedisce di riflettere, imponendosi come il più importante, quasi il solo, veicolo di conoscenza. Eppure nessuna verità è più falsa di quella della televisione che, per sua necessità, trasforma ogni avvenimento, ogni emozione in uno spettacolo; con il risultato che nessuno riesce più a commuoversi o a indignarsi per qualcosa. Attraverso la televisione abbiamo immagazzinato milioni di informazioni, ma siamo diventati moralmente ignoranti. La televisione distrae, fa passare il tempo! Ma è davvero quel che vogliamo? Più ci si guarda attorno, più ci si rende conto che il nostro modo di vivere si fa sempre più insensato. Tutti corrono, ma verso dove? Perchè? Molti sentono che questo correre non ci si addice e che ci fa perdere tanti vecchi piaceri. Ma chi ha il coraggio di dire: "Fermi! Cambiamo strada"? Eppure, se fossimo spersi in una foresta o in un deserto, ci daremmo da fare per cercare una via d'uscita! Perchè non far lo stesso con questo benedetto progresso che ci allunga la vita, ci rende più ricchi, più sani, più belli, ma in fondo ci fa anche sempre meno felici? Non c'è da meravigliarsi che la depressione sia diventato un male tanto comune. E' quasi rincuorante. E' un segno che dentro la gente resta un desiderio di umanità.

da "Un indovino mi disse", Tiziano Terzani

1.9.09

la congiura dei poeti



Mi piaceva pensare che i problemi dell’umanità potessero essere risolti un giorno da una congiura di poeti: un piccolo gruppo si prepara a prendere le sorti del mondo perché solo dei poeti ormai, solo della gente che lascia il cuore volare, che lascia libera la propria fantasia senza la pesantezza del quotidiano, è capace di pensare diversamente. Ed è questo di cui avremmo bisogno oggi: pensare diversamente.

Tiziano Terzani
illustrazione/Cynthia Orensztajn

31.8.09

un lampo nel cielo d'estate



Non possiamo piegare la vita alla nostra volontà: essa è come è.
Anche gli altri hanno il loro viaggio, il loro sentiero da percorrere.
A dispetto dei nostri sforzi più grandi, esistono il fallimento, il tradimento, la malattia, la perdita. Sono in mano nostra solo i passi e le scelte che facciamo. (…)

L’impermanenza è connaturata alla vita. Possiamo trovare pace in questo, sapendo di aver fatto tutto ciò che possiamo, ma dobbiamo ancora lasciar andare e … vedere il mondo fluttuante … una stella al tramonto… una bolla in un fiume… un lampo nel cielo d’estate… il baluginio di una lampada a olio… un fantasma, un sogno.
Noi opponiamo resistenza all’impermanenza. Rabbia, frustrazione, amarezza si susseguono; ondate di tristezza e di desiderio sconfinato che le cose siano di nuovo com’erano prima. Ansia per un futuro sconosciuto. Eppure sappiamo anche che al di là del lutto e della perdita c’è una luce che ci chiama. (…)
La compassione è partecipare con empatia alle lotte degli altri, senza assorbirne il dolore fino a lasciarcene travolgere. Se ci addossiamo la responsabilità della felicità di un’altra persona, possiamo fare ben poco. Vera empatia significa “prendersi cura per” invece di “prendersi cura di” altre persone. Possiamo assumerci la responsabilità solo di un’assistenza compassionevole, rispettando le scelte di vita dell’altro. (…)


Osho

28.8.09

come fiori



Due persone possono andare d'accordissimo, parlare di tutto ed essere vicine. Ma le loro anime sono come fiori, ciascuno ha la sua radice in un determinato posto e nessuno può avvicinarsi troppo all'altro senza abbandonare la sua radice, cosa peraltro impossibile. I fiori effondano il loro profumo e spargono il loro seme perché vorrebbero avvicinarsi, ma il fiore non può fare niente perché il seme giunga nel posto giusto; tocca al vento che va e viene come vuole.

da Knulp, storie di un vagabondo, Hermann Hesse

foto/michèle m. waite

27.8.09

verbo amare



Scriveremo: "Noi mangiamo molte noci", e non "Amiamo le noci" perché il verbo amare non è un verbo sicuro, manca di precisione e di obiettività. "Amare le noci" e "amare nostra Madre", non può voler dire la stessa cosa. La prima formula designa un gusto gradevole in bocca, e la seconda un sentimento.

da Trilogia della città di K., Agota Kristof
foto/rebecca thuss

26.8.09

disattenzione




Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
Ho passato tutto il giorno senza fare domande,
senza stupirmi di niente.
Ho svolto attività quotidiane,
come se ciò fosse tutto dovuto.
Inspirazione, espirazione, un passo dopo l’altro, incombenze,
ma senza un pensiero che andasse più in là
dell’uscire di casa e del tornarmene a casa.
Il mondo avrebbe potuto essere preso per un mondo folle,
e io l’ho preso solo per uso ordinario.

Nessun come e perché – e da dove è saltato fuori uno così –
e a che gli servono tanti dettagli in movimento.
Ero come un chiodo piantato troppo in superficie nel muro
(e qui un paragone che mi è mancato).
Uno dopo l’altro avvenivano cambiamenti
perfino nell’ambito ristretto d’un batter d’occhio.
Su un tavolo più giovane da una mano d’un giorno più giovane
il pane di ieri era tagliato diversamente.
Le nuvole erano come non mai e la pioggia era come non mai,
poiché dopotutto cadeva con gocce diverse.
La terra girava intorno al proprio asse,
ma già in uno spazio lasciato per sempre.
È durato 24 ore buone.
1440 minuti di occasioni.
86.400 secondi in visione.
Il savoir-vivre cosmico,
benché taccia sul nostro conto,
tuttavia esige qualcosa da noi:
un po’ di attenzione, qualche frase di Pascal
e una partecipazione stupita a questo gioco
con regole ignote.

Wislawa Szymborska

25.8.09

sete di te




Sed de ti me acosa en las noches hambrientas.

Trémula mano roja que hasta tu vida se alza.

Ebria sed, loca sed, sed de selva en sequía.

Sed de metal ardiendo, sed de raíces ávidas.

Hacia dónde, en las tardes que no vayan tus ojos

en viaje hacia los ojos, esperándote entonces.

Estás llena de todas las sombras que me acechan.

Me sigues como siguen los astros a la noche.

Mi madre me dio lleno de preguntas agudas.

Tú las contestas todas. Eres llena de voces.

Ancla blanca que cae sobre el mar que cruzamos.

Surco para la turbia semilla de mi nombre.

Que haya una tierra mía que no cubra tu huella.

Sin tus ojos viajeros, en la noche, hacia dónde.

Por eso eres la sed y lo que ha de saciarla.

Cómo poder no amarte si he de amarte por eso.

Si esa es la amarra cómo poder cortarla, cómo.

Cómo si hasta mis huesos tienen sed de tus huesos.

Sed de ti, sed de ti, guirnalda atroz y dulce.

Sed de ti que en las noches me muerde como un perro.

Los ojos tienen sed, para qué están tus ojos.

La boca tiene sed, para qué están tus besos.

El alma está encendida de estas brasas que te aman.

El cuerpo incendio vivo que ha de quemar tu cuerpo.

De sed. Sed infinita. Sed que busca tu sed.

Y en ella se aniquila como el agua en el fuego.


Sete di te m'incalza nelle notti affamate.
Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita.
Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa.
Sete di metallo ardente, sete di radici avide.
Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.

Sei piena di tutte le ombre che mi spiano.
Mi segui come gli astri seguono la notte.
Mia madre mi partorì pieno di domande sottili.
Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci.
Ancora bianca che cadi sul mare che attraversiamo.
Solco per il torbido seme del mio nome.
Esista una terra mia che non copra la tua orma.
Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.

Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla.
Come poter non amarti se per questo devo amarti.
Se questo è il legame come poterlo tagliare, come.
Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa.
Sete di te, sete di te, ghirlanda arroce e dolce.
Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane.
Gli occhi hanno sete, perchè esistono i tuoi occhi.
La bocca ha sete, perchè esistono i tuoi baci.
L'anima è accesa di queste braccia che ti amano.
Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo.
Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
E in essa si distrugge come l'acqua nel fuoco.

da Il Fromboliere Entusiasta, Pablo Neruda

18.8.09

prigione



Vivere una sola vita

in una sola città

in un solo Paese

in un solo universo

vivere in un solo mondo

è prigione.

Amare un solo amico

un solo padre

una sola madre

una sola famiglia

amare una sola persona

è prigione.

Conoscere una sola lingua

un solo lavoro

un solo costume

una sola civiltà

conoscere una sola logica

è prigione.

Avere un solo corpo

un solo pensiero

una sola conoscenza

una sola essenza

avere un solo essere

è prigione.

Ndjock Ngana

26.7.09

por un beso



Por una mirada, un mundo
por una sonrisa, un cielo
por un beso... yo no sé qué te diera por un beso.

Per uno sguardo, un mondo
Per un sorriso, un cielo
per un bacio...non so che ti darei per un bacio.

Gustavo Adolfo Becquer

25.7.09

stelle appena lavate dalla pioggia



...Io restai a lungo supino, con gli occhi aperti, il viso e le braccia coperti di paglia. La notte era chiara, fresca e penetrante. Non c'era luna ma le stelle sembravano appena lavate dalla pioggia e, sul sonno cieco di tutti gli altri, scintillavano tremolando solo per me nel grembo del cielo. Poi mi addormentai. mi svegliai all'improvviso perchè mi si stava avvicinando qualcosa, un corpo sconosciuto si muoveva sotto la paglia e si accostava al mio. Ebbi paura. Quel qualcosa strisciava lentamente verso di me. Sentivo i fuscelli di paglia spezzarsi, schiacciati dalla forma sconosciuta che avanzava. Tutto il mio corpo era all'erta, in attesa. Forse avrei dovuto alzarmi o gridare. restai immobile. Sentivo, vicinissimo, un respiro sfiorarmi il capo. A un tratto una mano striscio' su di me, una mano grande, lavoratrice, ma una mano di donna. Mi percorse la fronte, gli occhi, tutto il viso con dolcezza. Poi una bocca avida s'incollò alla mia e su tutto il corpo, fino ai piedi, sentii un corpo di donna stringermi contro. A poco a poco la mia paura si tramutò in un piacere intenso. La mia mano accarezzò capelli, trecce, una fronte liscia, gli occhi delle palpebre chiuse, dolci come papaveri. La mia mano continuò a esplorare e toccai due seni grandi e sodi, e natiche ampie e rotonde, delle gambe che mi avvinghiavano, e affondai le dita in un pube come muschio delle montagne. Da quella bocca anonima non usciva, nè usci' , nemmeno una parola. Com'è difficile far l'amore senza farsi sentire in una montagna di paglia, occupata da sette o otto altri uomini addormentati e che per niente al mondo debbono essere svegliati. Ma tutto si può fare, anche se costa infinita attenzione. Un pò più tardi anche la sconosciuta si addormentò accanto a me e io, tutto agitato per quella situazione, cominciai a sentire una gran paura. Tra poco si sarebbe fatto mattino, pensavo, e i primi lavoratori avrebbero trovato la donna nuda nell'aia, stesa accanto a me. Ma anch'io mi addormentai. Al risveglio allungai subito istintivamente la mano ma trovai solo un tiepido incavo, la sua tiepida assenza. A un tratto un uccello cominciò a cantare e tutta la foresta si riempì di gorgheggi. Risuonò il fischio d'un motore e uomini e donne cominciarono a passare e darsi da fare vicino all'aia. Cominciava un nuovo giorno di trebbiatura. A mezzogiorno mangiavamo tutti insieme attorno a lunghe tavole. Mentre mangiavo, guardavo di sottecchi, cercando fra le donne quella che avrebbe potuto essere la mia visitatrice notturna. Ma alcune erano troppo vecchie, altre troppo magre, molte erano giovinette ancora, secche come acciughe. E io cercavo una donna soda, dal seno prepotente e dalle lunghe trecce. A un tratto entrò una signora con un pezzo di arrosto per il marito, uno degli Hernàndez. Questa si' poteva essere quella che cercavo. Fissandola dall'altro capo della tavola mi sembrò di notare che quella bella donna dalle lunghe trecce mi guardasse con un rapido sguardo e mi sorridesse con un lievissimo sorriso. E mi parve che quel sorriso divenisse più grande e profondo, si schiudesse dentro il mio corpo.

da Confesso che ho vissuto, Pablo Neruda

24.7.09

el amor adònde va?



Los suspiros son aire, y van al aire
Las làgrimas son agua, y van al mar
Dime, mujer : cuando el amor se olvide
?sabes tù adònde va?

I sospiri sono aria, e vanno verso l'aria.
Le lacrime son acqua, e vanno al mare.
Dimmi donna: quando l'amore si dimentica
sai tu dove va?

Gustavo Adolfo Bécquer

23.7.09

consigli



Se potessi offrirvi solo un suggerimento per il futuro, quello sarebbe la crema solare. I benefici a lungo termine della crema solare sono stati dimostrati dagli scienziati, mentre il resto del mio consiglio, non ha basi più affidabili dei meandri della mia esperienza.
Godetevi il potere e la bellezza della vostra gioventù. Oh, non importa. Non capirete il potere e la bellezza della vostra gioventù finché non saranno svanite. Ma credetemi, fra 20 anni riguarderete le vostre vecchie foto e realizzerete, in un modo che non potete fare adesso, quante possibilità lasciate dietro di voi e come sembravate favolosi. Non siete così grassi come pensate. Non preoccupatevi per il futuro. O preoccupatevi, ma sapendo che sarà efficace come provare a risolvere un'equazione algebrica masticando chewing-gum. I veri problemi della vita sono cose che non sono mai passate per la vostra testa preoccupata, del tipo che ti sorprendono alle quattro di un ozioso Martedì pomeriggio.
Fate ogni giorno una cosa che vi spaventa.
Cantate.
Non siate sconsiderati col cuore degli altri. Non tollerate chi è sconsiderato col vostro.
Usate il filo interdentale.
Non sprecate tempo con la gelosia.
A volte siete in testa, altre siete indietro. La corsa è lunga e, alla fine, è solo con voi stessi. Ricordatevi i complimenti che ricevete.
Dimenticate gli insulti. Se riuscite a farlo, ditemi come si fa.
Conservate le vecchie lettere d'amore. Buttate via i vecchi estratti conto.
Fate stretching. Non sentitevi in colpa se non sapete cosa volete fare della vostra vita.
Le persone più interessanti che conosco, a 22 anni non sapevano cosa fare della loro vita. Alcuni dei quarantenni più interessanti ancora non lo sanno.
Assumete molto calcio. Siate gentili con le vostre ginocchia. Vi mancheranno quando se ne saranno andate.
Forse vi sposerete, forse no. Forse avrete figli, forse no. Forse divorzierete a 40 anni, forse ballerete il "funky chicken" al vostro settantacinquesimo anniversario di matrimonio. Qualunque cosa fate, non congratulatevi troppo con voi stessi e nemmeno rimproveratevi. Le vostre scelte sono opportunità così come quelle di chiunque.
Godetevi il vostro corpo. usatelo in tutti i modi che potete. Non siate intimoriti da esso o da quello che ne pensa la gente. E' il più grande strumento che abbiate mai avuto.
Ballate, anche se non avete altro posto in cui farlo se non il vostro salotto.
Leggete le istruzioni, anche se non le seguirete.
Non leggete riviste di bellezza. Vi faranno solo sentire brutti.
Conoscete i vostri genitori. Non potete sapere quando se ne andranno per sempre.
Siate gentili coi vostri fratelli. Sono il vostro miglior legame col passato e coloro che più probabilmente vi saranno vicini nel futuro.
Capite che gli amici vanno e vengono, ma alcuni preziosi andrebbero mantenuti.
Lavorate sodo per colmare le distanze geografiche e di stile di vita, perché più vecchi diventate, più avete bisogno di persone che vi conoscevano da giovani.
Vivete a New York City una volta, ma lasciatela prima che vi indurisca.
Vivete nella California del Nord una volta, ma lasciatela prima che vi rammollisca.
Viaggiate.
Accettate alcune verità inalienabili: I prezzi saliranno. I politici fornicheranno. Anche voi, invecchierete. E, quando succederà, fantasticherete che quando eravate giovani, i prezzi erano ragionevoli, i politici nobili e i figli rispettavano i loro vecchi.
Rispettate i vostri vecchi.
Non aspettatevi il supporto di nessuno. Magari avete un fondo ficuciario. Magari avrete una sposa ricca. Ma non potrete mai sapere quando l'uno o l'altra se ne andranno. Non pasticciate troppo con i vostri capelli o quando avrete quarant'anni sembreranno di un ottantacinquenne. Siate cauti coi consigli che accettate, ma siate pazienti con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal cestino, ripulirlo, pitturare le parti brutte e riciclarlo per più di quel che vale.
Ma credetemi sulla crema solare.
da un componimento di Mary Schmich

21.7.09

la sacra tela



La tela come materiale in se’ e’ meravigliosa. E' robusta, puo’ essere venduta e in un certo senso e’ duratura. ma mi inibisce. Spendo otto dollari per una tela di settantacinque centimetri per cento e per la pittura ad olio poi vado in paranoia per come riuscira’ perche’ ho speso dodici dollari per quel quadro e penso che debba valere qualcosa. Invece, quando dipingo su un pezzo di carta che ho trovato oppure ho comprato a poco prezzo, e uso l’inchiostro ad acqua, faccio un’intero quadro di centoventi centimetri per duecentosettanta senza aver speso praticamente nulla. Non mi importa se e’ un quadro / un disegno / una scultura o una performance. Non mi importa se non vi piace. Non mi importa se la carta e’ stropicciata o rovinata. Non mi importa se le linee non sono uniformi e ci sono gocce e macchie. Non mi importa di tutti questi aspetti del dipinto; se non viene considerato "sacro" o "prezioso", allora posso dipingere senza inibizioni e sperimentare l’interazione tra linea e forme.
Nothing is important.....so everthing is important
dai Diari , Keith Haring
Crack is Wack Playground, Keith Haring, Harlem, Manhattan, New York

20.7.09

una donna



Una donna è sempre incatenata. Inerte e insieme flessibile,
ha contro di sè le debolezze della carne e i rigori della legge.
la sua volontà, come il velo del suo cappello trattenuto da un nastro, palpita a ogni vento,
e c'è sempre qualche desiderio a darle slancio, qualche convenzione a trattenerla.

da Madame Bovary, Gustave Flaubert

12.7.09

I Bambini imparano ciò che vivono....




Se il bambino vive nella critica,
impara a condannare.
Se vive nell'ostilità,
impara ad aggredire.
Se vive nell'ironia,
impara la timidezza.
Se vive nella vergogna,
impara a sentirsi colpevole.
Se vive nella tolleranza,
impara ad essere paziente.
Se vive nell' incoraggiamento,
impara la fiducia.
Se vive nella lealtà,
impara la giustizia.
Se vive nella disponibilità,
impara ad avere fede.
Se vive nell'approvazione,
impara ad accettarsi.
Se vive nell'accettazione e nell'amicizia
impara a trovare l'amore nel mondo.

If children live with criticism,
they learn to condemn.
If children live with hostility,
they learn to fight.
If children live with fear,
they learn to be apprehensive.
If children live with pity,
they learn to feel sorry for themselves.
If children live with ridicule,
they learn to feel shy.
If children live with jealousy,
they learn to feel envy.
If children live with shame,
they learn to feel guilty.
If children live with encouragement,
they learn confidence.
If children live with tolerance,
they learn patience.
If children live with praise,
they learn appreciation.
If children live with acceptance,
they learn to love.
If children live with approval,
they learn to like themselves.
If children live with recognition,
they learn it is good to have a goal.
If children live with sharing,
they learn generosity.
If children live with honesty,
they learn truthfulness.
If children live with fairness,
they learn justice.
If children live with kindness and consideration,
they learn respect.
If children live with security,
they learn to have faith in themselves
and in those about them.
If children live with friendliness,
they learn the world is a nice place in which to live.
Dorothy Law Nolte

11.7.09

saremo



Noi saremo, a dispetti di stolti e di cattivi
che certo guarderanno male la nostra gioia,
talvolta, fieri e sempre indulgenti, è vero?
Andremo allegri e lenti sulla strada modesta
che la speranza addita, senza badare affatto
che qualcuno ci ignori o ci veda, è vero?

Nell'amore isolati come in un bosco nero,
i nostri cuori insieme, con quieta tenerezza,
saranno due usignoli che cantan nella sera.

Quanto al mondo, che sia con noi dolce o irascibile,
non ha molta importanza. Se vuole esso può bene
accarezzarci o prenderci di mira a suo bersaglio.

Uniti dal più forte, dal più caro legame,
e inoltre ricoperti di una più dura corazza,
sorrideremo a tutti senza paura alcuna.

Noi ci preoccuperemo di quello che il destino
per noi ha stabilito, cammineremo insieme
la mano nella mano, con l'anima infantile
di quelli che si amano in modo puro, vero?


Paul Verlaine

a te



A te che sei l’unica al mondo
L’unica ragione per arrivare fino in fondo
Ad ogni mio respiro
Quando ti guardo
Dopo un giorno pieno di parole
Senza che tu mi dica niente
Tutto si fa chiaro
A te che mi hai trovato
All’ angolo coi pugni chiusi
Con le mie spalle contro il muro
Pronto a difendermi
Con gli occhi bassiStavo in fila
Con i disillusi
Tu mi hai raccolto come un gatto
E mi hai portato con te
A te io canto una canzone
Perché non ho altro
Niente di meglio da offrirti
Di tutto quello che ho
Prendi il mio tempo
E la magia
Che con un solo salto
Ci fa volare dentro all’aria
Come bollicine
A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei giorni miei
A te che sei il mio grande amore
Ed il mio amore grande
A te che hai preso la mia vita
E ne hai fatto molto di più
A te che hai dato senso al tempo
Senza misurarlo
A te che sei il mio amore grande
Ed il mio grande amore
A te che io
Ti ho visto piangere nella mia mano
Fragile che potevo ucciderti
Stringendoti un po’
E poi ti ho visto
Con la forza di un aeroplano
Prendere in mano la tua vita
E trascinarla in salvo
A te che mi hai insegnato i sogni
E l’arte dell’avventura
A te che credi nel coraggio
E anche nella paura
A te che sei la miglior cosa
Che mi sia successa
A te che cambi tutti i giorni
E resti sempre la stessa
A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei sogni miei
A te che sei
Essenzialmente sei
Sostanza dei sogni miei
Sostanza dei giorni miei
A te che non ti piaci mai
E sei una meraviglia
Le forze della natura si concentrano in te
Che sei una roccia sei una pianta sei un uragano
Sei l’orizzonte che mi accoglie quando mi allontano
A te che sei l’unica amica
Che io posso avere
L’unico amore che vorrei
Se io non ti avessi con me
a te che hai reso la mia vita bella da morire,
che riesci a render la fatica un’ immenso piacere,
a te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande,
a te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più,
a te che hai dato senso al tempo senza misurarlo,
a te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore,
a te che sei, semplicemente sei, sostanza dei giorni miei, sostanza dei sogni miei…
e a te che sei, semplicemente sei, compagna dei giorni miei…sostanza dei sogni…
A te
, Jovanotti

10.7.09

se ami qualcuno



Voglio raccontarle una cosa, Florence. Mio padre era un uomo molto ricco, molto più di me. Si mangiò quasi tutto inseguendo un sogno assurdo, una faccenda di ferrovie, una bestialità. Gli piacevano i treni. Quando incominciò a vendere le proprietà io andai da mia madre e le chiesi: "Perché non lo fermi?" Avevo sedici anni. Mia madre mi diede un ceffone. Poi mi disse una frase che adesso, lei, Florence, deve imparare a memoria.
Mi disse: "Se ami, qualcuno che ti ama, non smascherare mai i suoi sogni. Il più grande e illogico sei tu!”.
da
Questa storia, Alessandro Baricco
foto/Geoff Barrenger

9.7.09

la natura divina delle cose


E ascoltavo a metà i bene intenzionati i quali affermano che la felicità snerva, che la libertà infiacchisce, che la dolcezza vizia coloro sui quali si esercita.
Può darsi: ma se consideriamo come va il mondo, seguire costoro è come rifiutarsi di nutrire a sufficienza un uomo emaciato, per paura che tra qualche anno gli capiti di diventare pletorico. Quando si saranno alleviate sempre più le schiavitù inutili, si saranno scongiurate le sventure non necessarie, resterà sempre, per tenere in esercizio le virtù eroiche dell'uomo, la lunga serie dei mali veri e propri: la morte, la vecchiaia, le malattie inguaribili, l'amore non corrisposto, l'amicizia respinta o tradita, la mediocrità di una vita meno vasta dei nostri progetti e più opaca dei nostri sogni: tutte le sciagure provocate dalla natura divina delle cose.
da Memorie di Adriano, Marguerite Yourcenar

8.7.09

l'artista e l'intellettuale



Un intellettuale è un uomo che dice una cosa semplice in modo difficile.
Un artista è uno che dice una cosa difficile in maniera semplice.

Charles Bukowski
Lucio Fontana, Concetto spaziale, Attesa, 1965, Coll. privata, Roma

6.7.09

una felicità delirante



Non un'ombra di trasalimento, non un bisbiglio di eccitazione; questo rapporto ha la stessa passione di un rapporto di nibbi reali.
Voglio che qualcuno ti travolga, voglio che tu leviti, voglio che tu canti con rapimento e danzi come un derviscio! Abbi una felicità delirante! O almeno non respingerla.
Lo so che ti suona smielato, ma l'amore è passione, ossessione, qualcuno senza cui non vivi.
Io ti dico: "Buttati a capofitto! Trova qualcuno che ami alla follia e che ti ami alla stessa maniera!"
Come trovarlo? Be', dimentica il cervello e ascolta il cuore. Io non sento il tuo cuore.
Perché la verità, tesoro, è che non ha senso vivere se manca questo.
Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente, be'...equivale a non vivere.
Ma devi tentare perché se non hai tentato non hai mai vissuto.

5.7.09

non sono più di quello che sono



Io non posso darti di più
Non sono più di quello che sono.
Ah come vorrei essere
sabbia, sole in estate!
Che ti sdraiassi
rilassata a rilassarti.
Che mi lasciassi
il tuo corpo quando te ne vai, orma,
tenera, tiepida, indimenticabile.
E che con te se ne andasse
su di te, il mio bacio lento:
colore,
dalla testa ai piedi
bruno.
Ah come vorrei essere
vetro, o stoffa o legno
che conserva il suo colore qui, il suo profumo qui,
e nacque a tremila chilometri!
Essere
la materia che ti piace, che tocchi tutti i giorni
e che vedi già senza guardare
vicino a te, le cose
-collana, boccetta, seta antica -
di cui, quando senti la mancanza
chiedi: "Ah! dov'è?"
A come vorrei essere
un'allegria fra tutte,
una sola, l'allegria
di cui ti rallegri tu!
Un amore, un amore solo:
l'amore di cui tu ti innamoreresti.
Però non sono più di quello che sono.

Pedro Salinas

3.7.09

la verità


Aspetto, dunque, affacciato al ponte,
che passi la verità, e che io mi ristabilisca
nullo e fittizio, intelligente e naturale.
Fernando Pessoa
foto/Tim Yao

1.7.09

Canto a Filinna



Amo di più le tue rughe,
Filinna che lo splendore
della giovinezza.
Mi piace di sentire
nella mano il tuo seno
che piega giù pesante,
le sue punte, più del
seno diritto d'una
ragazza. Il tuo autunno
è migliore della
sua primavera ed il
tuo inverno è più caldo
della sua estate.


Paolo Silenziario
foto/slight clutter

mi incanta



Mi incanta il mormorio di un'ape -
qualcuno mi chiede perchè -
piu' facile è morire che rispondere.

Il rosso sopra il colle annulla la mia volontà -
se qualcuno sogghigna stia attento
- perchè Dio è qui - questo è tutto.

La luce del mattino mi eleva di grado -
se qualcuno mi chiede come -
risponda l'artista che mi tratteggiò così.


Emily Dickinson

28.6.09

vorrei sapere



Vorrei sapere dove sei questa notte,
mentre qui sono le quattro e non riesco ad addormentarmi.
Vorrei sapere cosa stai facendo e con chi sei, e che faccia hai,
se ti ho già incontrato o ci siamo solo sfiorati qualche volta,
se siamo sempre stati distanti senza il minimo punto di contatto.
Vorrei sapere se ci incontreremo e quando.
Se ci incontreremo troppo tardi o appena in tempo,
o ci incontreremo ma non riusciremo neanche a capire che eravamo noi
e quanto eravamo importanti uno per l’altra.
Io credo che ti riconoscerei subito, anzi sono sicura.
Mi basterebbe guardarti negli occhi un attimo per capire chi sei tu,
o solo guardarti entrare in una stanza. Mi basterebbe un secondo, o meno.
Però adesso dove sei?
Adesso che sono così sola triste e senza speranza,
dopo tutti questi uomini vili e freddi e mammoni e indifferenti e sadici e semplicemente sbagliati?
Dove sei? E ci sei, poi?

Andrea De Carlo
foto/Valeria Lazareva

27.6.09

ho fame



Ho fame della tua bocca, della tua voce, del tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l'alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.

Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio,
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.

Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
il naso sovrano dell'aitante volto,
voglio mangiare l'ombra fugace delle tue ciglia
e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
come un puma nella solitudine di Quitratúe.

Pablo Neruda

26.6.09

una parola nuova



Dobbiamo modificare il nostro modo tradizionale di parlare che, per lo più, si rivolge all’altro attraverso un senso già codificato, presunto neutrale e universale. Rivolgersi all’altro in quanto altro richiede parole inedite e in qualche maniera uniche, come è sempre nuovo e unico l’incontro con un altro. Richiede anche parole che esprimono, e si indirizzano, a un essere globale, con la propria sensibilità, il proprio corpo. Non si tratta dunque di ripetere un discorso già esistente, ma di creare un dire vivo, direi poietico, che chiama l’altro ad entrare in relazione qui e ora. La parola allora si fa gesto, un gesto che tocca l’altro e lo implica, pur rispettando la sua singolarità. Il che esige che sia mantenuto, in se stessi e fra i due, un silenzio che preservi la dualità dei mondi e delle soggettività, e fornisca un luogo dove possa nascere una parola nuova.
luce irigaray
foto/yamasaki ko-ji

25.6.09

scrivere il curriculum



Che cos'e' necessario?
E' necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si e' vissuto
e' bene che il curriculum sia breve.
E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzie
malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di piu' chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all'estero.
L'appartenenza a un che, ma senza perche'.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l'orecchio in vista.
E' la sua forma che conta, non cio' che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.
wislawa szymborska
foto/geronimo castagnini

24.6.09

azzurro



Guardo il cielo da bambino, da quando la postina mi disse che a guardare sempre i boschi gli occhi pigliano il verde. Lei ce li aveva neri a forza di leggere gli indirizzi. Io per tenerli chiari ho cominciato a fissare i cieli.

da Il contrario di uno, Erri de Luca

23.6.09

tutto



Tutto
una parola sfrontata e gonfia di boria
Andrebbe scritta fra virgolette
Finge di non tralasciare nulla
di concentrare
includere
contenere
avere
E invece è soltanto
un brandello di bufera.
Wislawa Szymborska
foto/slight clutter

22.6.09

bene




Bene, se mi dici che ci trovi anche dei fiori in questa storia, sono tuoi
ma è inutile cercarmi sotto il tavolo,
ormai non ci sto più
ho preso qualche treno, qualche nave, qualche sogno, qualche tempo fa

Ricordi che giocavo coi tuoi occhi nella stanza, e ti chiamavo mia,
e inoltre la coperta all'uncinetto, c'era il soffio della tua pazzia
e allora la tua faccia vietnamita ricordava tutto quel che ho.

E adesso puoi richiuderti nel bagno a commentare le mie poesie
però stai attenta a tendermi la mano,
perché il braccio non lo voglio più
mia madre è sempre lì che si nasconde dietro i muri

e non si trova mai
e i fiori nella vasca sono tutto quel che resta e quel che manca,
tutto quel che hai
e puoi chiamarmi ancora amore mio

E qualche volta aspettami sul ponte, i miei amici sono tutti là
con lunghe sciarpe nere ed occhi chiari, hanno scelto la semplicità
se Luigi si sporge verso l'acqua sono solo fatti suoi

E ancora mille volte, mille anni, ci scommetto, mi ringrazierai
per quel sorriso ladro e per i giochi, i mille giochi che sapevi già
e ancora mi dirai che non vuoi essere cambiata, che ti piaci come sei

Però non mi confondere con niente e con nessuno, e vedrai...
niente e nessuno ti confonderà
soltanto l'innocenza nei miei occhi, c'è nè già meno di ieri, ma che male c'è
le navi di Pierino erano carta di giornale, eppure vedi, sono andate via
magari dove tu volevi andare ed io non ti ho portato mai
e puoi chiamarmi ancora amore mio

Bene, Francesco De Gregori
foto/bomobob

20.6.09

Funeral Blues



Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforti, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.
Incrocino aereoplani lamentosi lassù
e scrivano sul cielo il messaggio Lui è Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela nera.
Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed il mio Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l'amore fosse eterno: e avevo torto.
Non servono più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
perchè oramai più nulla può servire.
W. H. Auden
illustrazione/Sebastian Infantino

chiedo scusa



Chiedo scusa al caso se lo chiamo necessità.
Chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio.
Non si arrabbi la felicità se la prendo per mia.
Mi perdonino i morti se ardono appena nella mia memoria.
Chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante.
Chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo.
Perdonatemi, guerre lontane, se porto fiori a casa.
Perdonatemi, ferite aperte, se mi pungo un dito.
Chiedo scusa a chi grida dagli abissi per il disco col minuetto.
Chiedo scusa alla gente nelle stazioni se dormo alle cinque del mattino.
Perdonami, speranza braccata, se a volte rido.
Perdonatemi, deserti, se non corro con un cucchiaio d’acqua.
E tu, falcone, da anni lo stesso, nella stessa gabbia,
immobile con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,
assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato.
Chiedo scusa all’albero abbattuto per le quattro gambe del tavolo.
Chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte.
Verità, non prestarmi troppa attenzione.
Serietà, sii magnanima con me.
Sopporta, mistero dell’esistenza, se strappo fili dal tuo strascico.
Non accusarmi, anima, se ti possiedo di rado.
Chiedo scusa al tutto se non posso essere ovunque.
Chiedo scusa a tutti se non so essere ognuno e ognuna.
So che finché vivo niente mi giustifica,
perché io stessa mi sono d’ostacolo.
Non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche,
e poi fatico per farle sembrare leggere.
Wislawa Szymborska

19.6.09

nulla è in regalo




Nulla è in regalo, tutto è in prestito.
Sono indebitata fino al collo.
Sarò costretta a pagare per me
con me stessa,
a rendere la vita in cambio della vita.

È così che è stabilito,
il cuore va reso
e il fegato va reso
e ogni singolo dito.

È troppo tardi per impugnare il contratto.
Quanto devo
mi sarà tolto con la pelle.

Me ne vado per il mondo
tra una folla di altri debitori.
Su alcuni grava l’obbligo
di pagare le ali.

Altri dovranno, per amore o per forza,
rendere conto delle foglie.

Nella colonna Dare
ogni tessuto che è in noi.
Non un ciglio, non un peduncolo
da conservare per sempre.

L’inventario è preciso,
e a quanto pare
ci toccherà restare con niente.

Non riesco a ricordare
dove, quando e perché
ho permesso che aprissero
questo conto a mio nome.

La protesta contro di esso
la chiamano anima.
E questa è l’unica voce
che manca nell’inventario.

Wisława Szymborska

18.6.09

voglio te!




Voglio te, solo te!
Lascia che il mio cuore
lo ripeta senza fine.

Tutti i desideri che mi distraggono
di giorno e di notte
in sostanza sono fasulli e vani.

Come la notte tiene nascosta nel buio
l'ansia di luce
così nel profondo del mio cuore
senza ch'io me ne renda conto
un grido risuona:
Voglio te, solo te!

Come la tempesta cerca la quiete
mentre ancora lotta contro la quiete
con tutte le sue forzecosì io mi ribello e lotto
contro il tuo amore
ma grido che voglio te, solo te.
Rabindranath Tagore

17.6.09

vivere



Ai vecchi giorni
il vento
riporti
solo
un garbuglio di capelli.
Per l’allegria
il pianeta nostro
è poco attrezzato.
Bisogna
strappare
la gioia
ai giorni futuri.
In questa vita
non è difficile
morire.
Vivere
è di gran lunga più difficile

Vladimir Majakovkij
foto/isayx3

16.6.09

niente



Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso volere d'essere niente.
A parte ciò, ho in me tutti i sogni del mondo.

Fernando Pessoa
opera/Cy Twombly

15.6.09

come salvarsi la vita



1. Eliminare i sensi di colpa
2. Non fare dalla sofferenza un culto
3. Vivere nel presente (o almeno nell’immediato futuro)
4. Fare sempre le cose di cui si ha più paura; il coraggio è una cosa che s’impara a gustare col tempo, come il caviale
5. Fidarsi della gioia
6. Se il malocchio ti fissa, guarda da un’altra parte
7. Prepararsi ad avere ottantasette anni

da Come salvarsi la vita, Erika Jong
opera/pam glew

12.6.09

la speranza è un essere piumato




La speranza è un essere piumato
che si posa sull'anima,
canta melodie senza parole e non finisce mai.

La brezza ne diffonde l'armonia,
e solo una tempesta violentissima
potrebbe sconcertare l'uccellino
che ha consolato tanti.

L'ho ascoltato nella terra piu' fredda
e sui piu' strani mari.
Eppure neanche nella necessità
ha chiesto mai una briciola - a me.


Emily Dickinson

foto/katarina2553

11.6.09

come dovrebbe essere


Ogni cosa appariva nella sua forma più delicata, eppure, proprio quando pareva sul punto di dissolversi, qualche goccia d'argento la aguzzava e rianimava. Ecco come doveva essere la conversazione, pensò Orlando (indulgendo ad assurde fantasticherie); come dovrebbe essere la società, come dovrebbe essere l'amicizia, come dovrebbe essere l'amore. Perchè, Dio solo lo sa, proprio nel momento in cui abbiamo perduto ogni fede nelle relazioni umane, una composizione puramente fortuita di alberi e di granai o di un fienile ed un carro, ci offre un simbolo così perfetto di ciò che è irraggiungibile, che riprendiamo la ricerca.


da Orlando, Virginia Woolf

10.6.09

i sogni



No rechaces los sueños por ser sueños.
Todos los sueños pueden
ser realidad, si el sueño no se acaba.
La realidad es un sueño. Si soñamos
que la piedra es la piedra, eso es la piedra.
Lo que corre en los ríos no es un agua,
es un soñar, el agua, cristalino.
La realidad disfraza
su propio sueño, y dice:
«Yo soy el sol, los cielos, el amor.»
Pero nunca se va, nunca se pasa,
si fingimos creer que es más que un sueño.
Y vivimos soñándola. Soñar
es el modo que el alma
tiene para que nunca se le escape
lo que se escaparía si dejamos
de soñar que es verdad lo que no existe.
Sólo muereun amor que ha dejado de soñarse
hecho materia y que se busca en tierra.
Non respingere i sogni perché sono sogni.
Tutti i sogni possono
essere realtà, se il sogno non finisce.
La realtà è un sogno. Se sogniamo
che la pietra è pietra, questo è la pietra.
Ciò che scorre nei fiumi non è acqua,
è un sognare, l'acqua, cristallina.
La realtà traveste
il sogno, e dice:
"Io sono il sole, i cieli, l'amore".
Ma mai si dilegua, mai passa,
se fingiamo di credere che è più che un sogno.
E viviamo sognandola. Sognare
è il mezzo che l'anima ha
perché non le fugga mai
ciò che fuggirebbe se smettessimo
di sognare che è realtà ciò che non esiste.
Muore solo
un amore che ha smesso di essere sognato
fatto materia e che si cerca sulla terra.


Pedro Salinas

foto/stephen baird

9.6.09

RINGRAZIAMENTO




Devo molto
a quelli che non amo.

Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.

La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.

Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l’amore non può darlo,
né riesce a toglierlo.

Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come una meridiana,
capisco
ciò che l’amore non capisce,
perdono
ciò che l’amore mai perdonerebbe.

Da un incontro a una lettera
passa non un’eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.

I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.

E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che trovi sui ogni atlante.

E’ merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perché mobile.

Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.

“Non devo loro nulla” –
direbbe l’amore
sulla questione aperta.


Wiesława Szymborska

8.6.09

il successo



E così, dopo aver aspettato tanto, un giorno come qualsiasi altro decisi di avere successo. Decisi di non stare ad aspettare le occasioni ma di andarle a cercare io stesso. Decisi di vedere ogni problema come la opportunità di trovare una soluzione. Decisi di vedere ogni deserto come l'opportunità di trovare un'oasi. Decisi di vedere ogni giorno come una nuova occasione di essere felice. Quel giorno scoprii che il mio unico rivale non erano altro che le mie debolezze, e che in queste risiede l'unico e il miglior modo di superarsi, quel giorno smisi di aver paura di perdere e iniziai a temere di non vincere. Scoprii che io non ero il migliore. E forse non lo sono mai stato. Smise di importarmi chi vince o chi perde. Ora mi importa solo sapere che sono un uomo migliore di quello che sono stato ieri. Capii che il difficile non è arrivare in cima, ma smettere di salire. Capii che il più grande trionfo che posso ottenere, è avere il diritto di chiamare qualcuno "AMICO". Scoprii che l'amore è molto di più di un semplice stato dell'innamoramento. "L'AMORE è UNA FILOSOFIA DI VITA"... Quel giorno cessai di essere un riflesso dei miei scarsi passati trionfi e iniziai a essere la mia propria tenue luce del presente, imparai che non serve a niente essere luce se non si illumina il cammino degli altri. Quel giorno decisi di cambiare tante cose, quel giorno imparai che i sogni esistono solo perché possano diventare realtà, da quel giorno non dormo più per riposare, adesso dormo semplicemente per sognare.

Walt Disney

7.6.09

guardare



Quando sei a un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giù, piglia quella che va in su. E' più facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco. A salire c'è speranza. E' difficile, è un altro modo di vedere le cose, è una sfida, ti tene all'erta.

...

Sii cosciente di quello che ti succede. Non prenderlo alla leggera. Bisogna essere all'erta e prendersi dei momenti da soli, di silenzio, di riflessione, di distacco. E guardare.

...

Non cercare mai di ripeterti. E vivi ora! Il passato è semplicemente un ricordo, non esiste.
Sono le tue memorie che accumuli, riordini, falsifichi. Ora invece non falsifichi niente.
Quello che ti aspetti dal futuro è una scatola piena di illusioni, vuota.
Chi ti dice che si riempirà?
"Ora lavoro, poi vado in pensione e vado a pescare".
Chi lo sa se ci saranno ancora i pesci?
La vita avviene in questo momento ed è in questo momento che uno deve saperne godere.

...
Quando hai un problema fermati, fermati, fermati. Ascoltalo e cerca di torvare la risposta dentro di te. Perchè c'è. Dentro di te c'è qualcosa che ti itne insieme che ti aiuta, c'è una vocina. Ascoltala. Questi la chiamano Dio, quelli la chiamano qualcos'altro, ma c'è.

...
Lasciati prendere dal sentimento di meraviglia davanti al mondo.

...
Ascolta il silenzio!


da La fine è il mio inizio, Tiziano Terzani

foto/slight clutter

5.6.09

sguardi


Tutti abbiamo bisogno che qualcuno ci guardi. A seconda del tipo di sguardo sotto il quale vogliamo vivere potremmo essere divisi in quattro categorie. La prima categoria desidera lo sguardo di un numero infinito di occhi anonimi: in altri termini desidera lo sguardo del pubblico (..). la seconda categoria è composta da quelli che per vivere hanno bisogno dello sguardo di molti occhi a loro sconosciuti. Si tratta degli instancabili organizzatori di cocktail e di cene(..). C’è poi la terza categoria, la categoria di quelli che hanno bisogno di essere davanti agli occhi della persona amata(..). E c’è infine una quarta categoria, la più rara, quella di coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti. Sono i sognatori.
da L'insostenibile leggerezza dell'essere, Milan Kundera
foto/fano quirego

4.6.09

colui che pondera



Temo un uomo di poche parole
temo un uomo che tace
l'arringatore - posso superarlo
il chiacchierone - posso intrattenerlo -

ma colui che pondera
mentre gli altri spendono tutto ciò che hanno -
di quest'uomo diffido
temo c'egli sia un grande.
emily dickinson

3.6.09

non è triste?



....Poveri cinesi!
Il destino di questa straordinaria civiltà che aveva, davvero per millenni, preso un'altra via, che aveva affrontato la vita, la morte, la natura, gli dei in maniera diversa dagli altri, mi rattristava! Quella cinese era una civiltà che aveva inventato un suo modo di scrivere, di mangiare, di fare l'amore, di pettinarsi; una civiltà che per secoli ha curato diversamente i suoi malati, ha guardato diversamente il cielo, le montagne, i fiumi; che ha avuto una diversa idea di come costruire le case, di fare i templi, un'altra concezione dell'anatomia, un diverso concetto di anima, di forza, di vento, d'acqua; una civiltà che ha scoperto la polvere da sparo e l'ha solo usata per fare fuochi d'artificio invece the prioiettili per i cannoni. Quella civiltà oggi cerca solo di essere moderna come l'Occidente; vuole diventare come quell'isolotto ad aria condizionata che è Singapore; produce giovani che sognano solo di vestirsi come rappresentanti di commercio, di fare la coda davanti ai fast food di Macdonald, di avre un orologio al quarzo, un televisore a colori e un telefonino portatile.
Non è triste? Non dico per i cinesi. Ma per l'umanità in genere, che perde molto nel perdere le sue diversità e nel diventare tutta uguale.

Da Un indovino mi disse, Tiziano Terzani

2.6.09

un pizzico di follia



Osservate con quanta previdenza,
la natura, madre del genere umano
ebbe cura di spargere ovunque un pizzico di follia.
Infuse nell'uomo più passione che ragione perchè fosse tutto meno triste.
Se i mortali si guardassero da qualsiasi rapporto con la saggezza,
la vecchiaia neppure esisterebbe.
La vita umana non è altro che un gioco della follia
il cuore ha sempre ragione.
Erasmo da Rotterdam
foto/dmviews