Credi che non ti capisca? Tu insegui un sogno disperato.
Questo è il tuo tormento. Tu vuoi essere, non sembrare di essere.
Essere in ogni istante cosciente di te. E vigile.
E nello stesso tempo ti rendi conto dell'abisso che separa ciò che sei per gli altri da ciò che sei per te stesso, e provoca quasi un senso di vertigine il timore di essere scoperto, vero? il timore di essere messo a nudo, smascherato, riportato ai tuoi giusti limiti.
Perché ogni parola è menzogna, ogni gesto falsità, ogni sorriso una smorfia.
Qual è il ruolo più difficile?
Togliersi la vita?
Ma no, sarebbe poco dignitoso.
Meglio rifugiarsi nell'immobilità, nel mutismo, così si evita di dover mentire, oppure mettersi al riparo dalla vita, così non c'è bisogno di recitare, di mostrare un volto finto o fare gesti non voluti. Non ti pare?
Questo è ciò che che si crede ma non basta celarsi perchè, vedi, la vita si manifesta in mille modi diversi ed è impossibile non reagire.
A nessuno importa sapere se le tue reazioni siano vere o false.
Solo a teatro il problema si rivela importante, e forse neanche lì.
Io ti capisco e quasi ti ammiro...capisco il tuo silenzio, questa tua immobilita e perchè tu abbia elevato a sistema di vita la tua assurda apatia. Capisco e quasi ti ammiro.
Secondo me devi continuare a recitare la tua parte fino in fondo finché essa non perda interesse, e abbandonarla così come sei abituato a fare passando da un ruolo all'altro.
E' tanto importante non mentire, dire la verità, avere accenti sinceri?
E' necessario?
Si può vivere senza parlare del più e del meno?
Dire sciocchezze, discolparsi, cercare delle scappatoie.
So che taci perché sei stanco di recitare tutte le parti, cosa che prima facevi alla perfezione.
Ma non è forse meglio permettersi di essere stupidi, chiacchieroni e bugiardi?
Non credi che ci migliorerebbe l'accettarsi per come siamo?
Tu non capisci.
Mi chiedo se la tua pazzia non sia la peggiore di tutte.
Tu reciti la parte della persona sana.
E lo fai tanto bene che tutti ti credono.
Tutti tranne me.
dal film Persona, Ingmar Bergman
Girl with a White Dog (1950-1), Lucian Freud