2.3.09

doppio movimento




Un albero, per appoggiarvi la schiena.
Stare là, senza pensieri, senza possessi.
Il mondo davanti, dietro, intorno.
Uguale al ramo, alla foglia.
Che importala tegola rotta, la stanza stretta?
Restare fino a che è dato,senza orologio e senza calendario.
Chi ha deciso questa inquietudine?
Partire, tornare, tenere, trattenere, quando basta appoggiarsi a un albero.
Invece, nella sazietà temere la fame, sospirare nella contentezza.
Così, da per tutto.
Non un attimo di sosta.
Sempre una guerra, un contrasto.
Profumi che divengono fetori, polpe che infradiciano, parole come baccelli svuotati.
Una barca fragile su un mare senza fondo, l'ansimo nella corsa dell'atleta,
l'urlo dopo il traguardo.
Non sapeva e gli è toccato imparare. A che è valso?
Continua, come se non fosse avvertito.
Si sveglia da sogni confusi,si dice che oggi capirà.
Un istante e tutto si ripresenta, uguale a ieri e a ieri l'altro, lo stesso disagio,
la medesima angoscia.
Quando è cominciato tutto questo?(...)

Simmetrie, Elio Pecora

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